LES GORGES..
le valli del Todra e del Dadès
Giovedì 3 Agosto 2006 Gorges du Dadès – Km 89.370 Flipper L’Africa parte al primo colpo, inserisco la prima e via torniamo per la sterrata verso Erfoud. Da qui prendiamo la R702 verso Tinejdad: attorno a noi il nulla, sassi e terra a perdita d’occhio, poi dopo qualche chilometro ci ritroviamo attorniati da tantissimi pozzi, collocati alla nostra destra e alla sinistra, posti quasi tutti alla stessa distanza tra loro come in un disegno geometrico, sono pozzi per l’acqua tra loro collegati longitudinalmente, praticamente un sistema di canalizzazione per la poca acqua presente nel territorio, ci fermiamo pochi minuti per fare qualche foto, ma ben presto siamo raggiunti da un ragazzo berbero in bicicletta.. In questi luoghi sembra sempre di essere da soli, ma basta poco, il tempo di spegnere il motore e mettere il cavalletto, che siamo raggiunti da persone che ci vogliono offrire qualche cosa.. Il ragazzo ci sta provando spudoratamente: anelli in purissimo argento, manufatti di pura arte berbera dai prezzi più che europei.. ovviamente cerchiamo di fargli capire che non siamo interessati ma di tutta risposta fa partire una contrattazione estenuante, più per lui sicuramente, la cifra non solo si dimezza ma non appena rimettiamo il casco diventa quasi ridicola.. praticamente, siccome gli stavamo simpatici, a noi e solo a noi, ci offriva i suoi manufatti a un decimo della cifra iniziale. Mi spiace per lui, ma non siamo interessati e così accendiamo la vecchia signora e ci rimettiamo sul nastro d’asfalto. Il vento non cessa di soffiare e percorriamo tutta la strada piegati lateralmente.. le braccia tirate, gli avambracci che fanno male a nello stesso tempo è una sensazione piacevole, quasi divertente, mi sembra di essere su un windsurf, cerco di assecondare le raffiche, di giocare con questo compagno d’avventura che ci accompagnerà per tutta la vacanza. Raggiunto il paese di Tinejdad, ci fermiamo per una breve sosta, cerchiamo un bancomat funzionante, ma nulla da fare, ci ristoriamo in un piccolo bar con tanto di edicola e souvenirs, due coca cola ci rifanno prendere le forze, sono ormai quasi le 14,00, il sole cade verticale su di noi e fa veramente molto caldo, il vento sembra quasi un sollievo. Riprendiamo la strada verso Tinerhir, di bancomat non se ne parla e neanche di benzinai. L'Africa ci segnala la prima riserva, ora l’autonomia è di circa 90 km. Proseguiamo sperando di raggiungere una zona più turistica, e così prendiamo subito la direzione delle Gorges du Todra. La strada si inerpica velocemente, pian piano si fa sempre più stretta e rischiamo un frontali con un taxi che collega le Gorges a Tinerhir: ci spostiamo appena in tempo e dopo una serie di mie gentili imprecazioni, proseguiamo dritto sperando di trovare una banca e un distributore. Niente da fare, raggiungiamo le gole affollatissime di turisti, in buona parte marocchini che colgono l’occasione per fare un pic-nic al fresco con tutta la famiglia. Una specie di addetto comunale ci ferma e ci chiede un pedaggio, diffidenti come è doveroso in queste situazioni pensiamo sia una bufala, ma alla fine paghiamo i 10dh richiesti e proseguiamo. Attraversiamo lentamente le gole nella loro parte più stretta.. passare tra queste due altissime pareti verticali di roccia rossiccia ci lascia decisamente a bocca aperta. A un tratto, dietro una curva.. ecco i quattro Francesi che abbiamo incontrato durante la cammellata, è incredibile, non avrei mai pensato di ribeccarli qui. Un cenno con il clacson e un saluto con la mano e via, la strada è divertentissima, il motore suona nel silenzio delle gole e il suo eco ci accompagna, ad ogni curva apro il gas e sento la vecchia signora che scalpita quasi felice della strada scelta! La riserva gialla è sempre accesa, abbiamo già percorso più di una quarantina di km.. fra un po’ si accenderà anche quella rossa! Finalmente raggiungiamo Tamtattouchte. Decidiamo di fermarci a prendere fiato e informazioni.. avremmo desiderato fare una sterrata che collega queste gole alle Gorges du Dadès ma non abbiamo né soldi né benzina a sufficienza, e così ci fermiamo in una specie di camping, dove all’ombra di una sorta di gazebo o tenda che dir si voglia, ci fermiamo a chiacchierare con la famiglia Moha. Sono Berberi di montagna e sapendo che siamo a corto di soldi ci offrono con tutta la loro generosità un buonissimo melone. Chiediamo informazioni sulla sterrata che collega le due gole, loro la conoscono bene e ci sconsigliano di farla a pieno carico in due.. secondo loro la mia Africa Twin è troppo grossa e pesante. Sicuramente oggi non possiamo farla, troppe carte sono a nostro sfavore, magari domani ci possiamo provare scarichi, ma riflettendo, non so quanto ne possa valere la pena, ancora tanti chilometri ci aspettano e un danno anche minimo o stupido potrebbe pregiudicare l’intera vacanza. Decidiamo così di fare dietro-front e riprendiamo la strada in discesa, ripassiamo le Gorges du Todra, attraversiamo Tinerhir e finalmente troviamo banca e benzina. Prendiamo per Boumalne Dadès e da qui seguiamo le indicazioni per le Gorges ricominciando a prendere quota.. Le curve si susseguono con una cadenza ritmata divertentissima, il buon asfalto dal colore scuro risalta su uno sfondo tutto rosso.. Sembra di essere in un altro pianeta, la terra, le rocce, le case, le Kasbah.. qui tutto è di una tonalità decisamente rossa, ogni tanto macchie di verde mostrano le loro palme più rigogliose, ecco spiegati i colori della bandiera marocchina. Siamo al tramonto e la stanchezza comincia a farsi sentire. Decidiamo di fermarci in una pensione consigliata dal nostro amico Idir.. dovrebbe trovarsi sulla sinistra a pochi km, continuiamo a salire quando a un certo punto ci sembra di scorgere su un’insegna il nome dell’albergo, rallentiamo e chi vediamo? I quattro francesi che ci salutano dal tavolino posto giusto giusto sulla strada! Tempo di girare e spegnere il motore e ci ritroviamo tutti e sei a ridere.. Chi l’avrebbe detto! Di nuovo insieme!
Maryan A volerlo fare apposta certo non ci saremmo riusciti. Ma per la terza volta il caso ci aveva fatto incontrare.. assurdo! Posteggiata la moto e fatto quattro chiacchiere con i Francesi, entriamo nella pensioncina. Ci accoglie Ismael, un ragazzo giovane, capelli ricci e occhi scuri. È lui l'amico dell'amico di Idir, e non manchiamo di farglielo notare mentre contrattiamo il prezzo della stanza. Dal momento che per la notte non ha camere libere, ci accordiamo per dormire sul tetto, per qualcosa tipo 160dh in due comprese cena e colazione. Riusciamo a fare la doccia dopo una lunghissima coda, poi eccoci pronti per la cena, a base di tajine e cous-cous. Ci vengono preparati due materassoni sulla terrazza all'ultimo piano, ancora in costruzione. Li posizioniamo sotto una finestra che si affaccia sulla vallata, proprio davanti a una meravigliosa kasbah. Ci piace l'idea di dormire così, à la belle ètoile, perché il cielo qui.. è tutta un'altra cosa.
Venerdì 4 Agosto 2006 Maryan L'idea era quella di visitare in mattinata le Gorges du Dadès e ripartire ma poi.. questi luoghi regalano una serenità indescrivibile, e la tentazione di fermarci un giorno di più è davvero forte. Incrociamo i ragazzi francesi di ritorno da un giro in compagnia di Ismail.. hanno camminato nel canyon proprio ai piedi di quelle strane montagne di roccia rossa che abbiamo visto arrivando. I loro racconti e i loro visi entusiasti ci incuriosiscono a tal punto da farci decidere di provare anche noi questa esperienza. Nel pomeriggio ci incamminiamo così con la nostra guida, scendendo nella valle verdeggiante che costeggia l'unica strada. Ai lati del piccolo fiume che la percorre crescono rigogliosi alberi da frutta.. un quadro assolutamente lontanissimo dall'idea di Marocco che mi sono sempre fatta. Ismail ci spiega che sebbene i terreni siano di proprietà privata, i frutti di queste piante sono di tutti. Un'altra lezione di vita da prendere e portare a casa. Risalendo il corso del torrentello ci avviciniamo alle pendici della montagna. Il percorso diviene via via più accidentato, ma Flipper riesca e districarsi bene tra le pietre nonostante debba affrontare la strada con ai piedi le ciabatte: le sue scarpe sono rimaste a Merzouga, barattate con i pouff! Adoro questa piccola avventura.. e non mi stanca affatto arrampicarmi e camminare tra le rocce, cercando ad ogni passo un saldo punto d'appoggio. È meraviglioso guardare verso l'alto e vedere solo una piccola striscia di cielo azzurro, delimitata dai profili delle pareti di roccia rossa in mezzo alle quali stiamo camminando. Ismail stranamente si stupisce delle mie “doti di arrampicatrice” anche se, a mio parere, questo percorso è decisamente praticabile da chiunque, e senza molta fatica. Finalmente raggiungiamo un vero e proprio monumento della natura. Le guide turistiche li chiamano "dita delle scimmie" ma per gli abitanti di questi luoghi sono “i corpi pietrificati”. Si tratta di sedimenti di sabbia compressa e levigata dagli agenti atmosferici, dalla forma allungata e bitorzoluta, che ricordano figure umane. La leggenda berbera vuole che durante un grande banchetto di nozze centinaia di persone provenenti da due paesi vicini si riunirono per festeggiare gli sposi. Durante il pranzo gli invitati cominciarono a lanciarsi il cous-cous. Allah decise pertanto di punire questo sperperio di cibo trasformando tutti i presenti in pietre. E in realtà queste pietre dalla forma allungata, a osservarle attentamente, ricordano proprio delle persone, alle volte da sole, alle volte addirittura raggruppate in famiglie. Finiamo la nostra avventura avvicinandoci alla kasbah che vedevamo ieri dalla nostra finestra.. Ismael ci spiega che questi edifici appartenevano ai ricchi del paese, in genere ebrei, e ognuna delle quattro torri ospitava una delle mogli del padrone, con i relativi figli. Ogni famiglia era praticamente costituita da una cinquantina di persone! A differenza degli ksar, ovvero i villaggi del popolo, questi edifici, costruiti evidentemente in maniera differente date le differenti disponibilità economiche dei proprietari, sono rimaste in buona parte integre nonostante il passare dei secoli. Terminata la passeggiata torniamo all'albergo.. cena e poi subito a letto. Questa volta in una camera vera.
Sabato 5 Agosto 2006 Maryan Svegli di buon'ora salutiamo Ismael e saliamo in moto in direzione Gorges du Dadès. La strada merita decisamente, si sale tornante dopo tornante fino ad arrivare al punto più stretto delle gole. Non proseguiamo oltre, il viaggio di oggi è decisamente lunghetto, per cui torniamo indietro e prendiamo la strada per Marrakech.
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