VERSO LA TURCHIA.. da Milano a Tekirdağ attraversando la Grecia
Preambolo.. Maryan Poco meno di un anno fa, di ritorno dalle vacanze, io e Flipper abbiamo iniziato a pensare alla Turchia come meta del nostro prossimo viaggio. Ore passate su internet tra orari, tariffe, ostelli e traghetti, pagine e pagine di racconti altrui letti alla ricerca di spunti e suggerimenti, serate trascorse davanti ad una cartina per definire un itinerario che già sapevamo avremmo rispettato solo a sommi capi. Poi l'acquisto dei biglietti della nave, ovvero la certezza di partire. Il mese prima della partenza è passato in un attimo, mentre continuavo a prendere informazioni e studiare quanto più possibile su questa terra, ai miei occhi tanto lontana nello spazio, ma soprattutto nelle idee e nelle abitudini di chi la abita; nel frattempo Flipper trascorreva le giornate a lavorare sulla moto rendendola sempre più un'affidabile e instancabile compagna di viaggio. Flipper Tolte carene e plastiche arrivo fin nel cuore delle due teste.. finalmente un controllo delle valvole vero, non fatto solo a parole dal meccanico di sfiducia! Una bella pulizia dei contatti di centralina, raddrizzatore, batteria.. una lubrificata ai cavi frizione e acceleratore, una carburazione simpatica dopo un buon allineamento dei due carburatori e la sostituzione delle quattro candele all'iridio, tanto sicure quanto costose. Un bel cambio gomme con gel antiforo e bilanciatura, e un nuovo kit catena, corona e pignone. Il filtro dell'aria è sempre il mio, in spugna, ben lavato e lubrificato.. per finire la sostituzione del filtro e dell’olio motore, utilizzando il buon vecchio Valvoline 10-60 che tanto mi piace. E la moto è in perfetto ordine.. Lunedì 15 Agosto 2005 Maryan Ci siamo informati, abbiamo cercato, chiesto, letto e scritto, gustandoci ogni istante della preparazione del viaggio.. ed ora eccoci qui, a meno di 12 ore alla partenza. L’emozione innegabilmente è grande: il fascino di un simile itinerario, la moto, l'Asia.. se ci penso non mi sembra vero. I giorni scorsi sono stati strani: il desiderio e l'attesa della partenza hanno creato non poche tensioni, complici le comprensibili preoccupazioni delle nostre famiglie e i nostri modi di fare spesso così diversi che non possono che scontrarsi, ogni tanto. Tra prove e controprove abbiamo impiegato sei giorni a caricare la moto, ma almeno ora è tutto a posto e siamo più che pronti.. o almeno lo spero! Il meteo per domani non è dei migliori.. chissà.. Martedì 16 Agosto 2005 Partenza da Gudo Visconti (MI) - Km 77.450 Flipper Finalmente il mio sogno si avvera. Dopo anni di viaggetti in moto con relative preparazioni, è il primo anno che non devo sistemare qualche cosa all'ultimo momento: la moto è carica da ieri.. devo solo svegliami, infilare i pantaloni, girare la chiave e andare a prendere la mia ancoretta. Partiamo da Bareggio verso le 9.00, dopo una abbondante colazione in compagnia dei genitori di Maryan, con annesse le ultime immancabili raccomandazioni. La prima tappa è all'autogrill di Bologna, subito dopo l'imbocco della A14. Avremo percorso circa 240 noiosissimi chilometri, lungo un'autostrada quasi deserta popolata da una manica di imbecilli fissi in seconda corsia. Per un breve tratto raggiungiamo i 170 km/h per testare la moto, che fortunatamente risponde bene: le gomme sono perfette ed anche a pieno carico, con tanto di borsa sopra il bauletto, l'AfricaTwin assorbe le asperità della strada senza che si scateni alcuna oscillazione. L'interfono, quello vecchio della Osbe, funziona perfettamente anche a queste velocità: il volume è un po' basso ma l'acustica è perfetta e senza fruscii. Ancona - Km 77.950 Maryan Raggiungiamo Ancona sotto un cielo che minaccia pioggia, ma oggi siamo fortunati e non prendiamo che due o tre gocce, giusto a bagnare le visiere. Usciti dall’autostrada, alla nostra sinistra ecco il mare.. se mare si può definire quella tristissima distesa d’acqua color grigiomarrone che oggi lambisce la costa marchigiana. Ancona mi lascia un po’ perplessa.. per essere una città di mare nonché un porto, proprio non ha senso che i negozi siano tutti chiusi. Per fare un po’ di spesa andiamo fino all’area industriale alla ricerca dell’Auchan e ci prepariamo al volo un paio di panini. Poco prima delle 16 siamo già nella stiva della nave a cercare di posizionare la moto alla meno peggio: su questa nave le moto vengono posteggiate a pettine.. e non è piacevole pensare che se per disgrazia ne cadesse una, con una sorta di effetto domino cadrebbero in sequenza tutte le altre. I marinai greci addetti al carico sono particolarmente omertosi: nessuno parla, nessuno capisce, nessuno fa cenno di legare le moto, e nessuno ci da la conferma che prima o poi qualcuno lo farà, quindi meglio arrangiarci da soli, anche per evitare che una legatura sbagliata non faccia addirittura più danni di un’eventuale caduta. Flipper lega l'Africa con le nostre fettucce in nylon, e le fissa a terra attraverso i grossi ganci della nave, con annessa catena in ferro. La coppia di Harleysti austriaci accanto a noi è un po' in difficoltà, così Flipper li aiuta a legare anche le loro moto, fornendo un'ulteriore sostegno all'Africa. Saliamo in nave a già mi sento a casa: gli interni di questo traghetto della Minoan Lines sono identici a quelli della Tirrenia che mi porta ogni estate in Sardegna. La nave sembra nuova, molto pulita, ordinata e tutta luccicante. Passiamo al bar diverse ore, uscendo sul ponte giusto per vedere la partenza, puntualissima alle 17.00, poi due caffé shakerati (2.50 euro l'uno..sticazzi!) nanna, coccole, panini, chiacchiere.. finché un marinaio, che già ci aveva detto chissà che cosa in greco poco prima, viene a rimproverarci perché siamo senza scarpe. Allora.. innanzitutto buongiorno.. poi magari ti presenti, abbassi la voce, cambi tono e forse ne possiamo parlare. Possibilmente in italiano, o in inglese.. perché in greco ho qualche problema..sai com'è. E tanto che ci sei mi spieghi quale sia il tuo problema, visto che i tedeschi accanto a noi sono addirittura a piedi scalzi. Di tutta questa sparata di pensieri, dalla mia bocca non esce assolutamente nulla: quando mi prendono alla sprovvista non do certo il meglio di me. Decidiamo comunque di sbaraccare, rendendoci conto che nei bar e nelle zone vicine stranamente non c'è nessuno che bivacca, e che quindi dovremmo trovarci altrove un angoletto per dormire. In tanti sono fuori sul ponte, ma il clima è umido e il cielo minaccia pioggia. Dopo una birra (3.70 euro) incrociamo il marinaio di prima, a cui diciamo tutto ciò che non abbiamo avuto modo di dire dopo il suo rimprovero. Lui finge di non capire anche quando, indicando i gradi sulla sua spalla, gli dico che quelli non gli consentono di essere maleducato.. in realtà ha capito benissimo: è solo un gran paraculo.. vabbè. Flipper, zozzone come sempre, vuole un altro panino, che mangiamo sul ponte anche se c'è vento e sta per piovere. Io non mangio.. sto ancora finendo di digerire la fetta di Emmental del pranzo! Inizia a piovigginare e rientriamo.. abbiamo trovato una angolo tranquillo nella sala poltrone di prima classe e passeremo la notte qui. Buonananna..
Mercoledì 17 Agosto 2005 Thessaloniki - km 78.420 Maryan La traversata è stata tranquilla: abbiamo dormito, non benissimo ma abbiamo dormito. Sveglia all'alba (yawn!) per vedere il sole sorgere dietro le montagne della costa greca. Facciamo colazione sul ponte, scoprendo che qui il caffé espresso costa la bellezza di 2.00 euro.. sticazzi! Intanto la nave si insinua in uno stretto canale tra la costa e le isole.. lo spettacolo è alquanto suggestivo, tanto più che il cielo è bello sereno, con qualche nuvoletta bianca qua e là. Flipper oggi ha fatto un piccolo errore di valutazione.. ma guai a farglielo notare! Fattostà che ci siamo alzati un'ora prima del dovuto, molto indecisi se l'orario previsto per l'arrivo fosse in ora italiana o greca (+1) Ma in fondo così abbiamo avuto tutto il tempo di goderci l'alba quindi.. dai va bene così! Flipper Dai finestroni della sala poltrone filtrava luce, il cielo cominciava a schiarirsi.. e io volevo vedere l'alba a tutti i costi! Non so che ore fossero ma sinceramente non mi interessava, annoiato nel stare sdraiato con gli occhi aperti non vedevo l'ora di una bella passeggiata sul ponte alle prime luci del giorno, con quell'aria frizzantina capace di farmi sentire più vivo.. e soprattutto nessuno in mezzo alle scatole! Maryan Scendiamo dalla nave con la moto in perfette condizioni: il mare era calmo e sembra che nessuno abbia toccato le nostre cinghie. Salutiamo un tipo di Siena tutto contento di viaggiare a 40 all'ora senza protezioni perché fa caldo e senza casco perché.. in Grecia si può. Non gli diciamo che in realtà a noi risulta che anche qui sia obbligatorio: nel caso lo scoprirà da solo! Appena fuori dal porto cerchiamo un benzinaio: con fare circospetto diamo un'occhiata in giro, poi ne scegliamo uno: meraviglia delle meraviglie.. 1,009 euro al litro.. quasi non ci sembra vero! (in Italia eravamo attorno a 1,240). Percorriamo il lungomare di Igoumenitsa, cittadina senza infamia né lode, e ci dirigiamo verso Ioanina. Il paesaggio greco è molto particolare: a tratti ricorda la mia Sardegna, ma è più verde.. a tratti addirittura sembra la Toscana, ma è più brullo. Lungo la strada, una serie di piccole edicole compaiono qua e là, ai lati della carreggiata. Alcune sono delle minuscole chiesette, altre semplici scatole di metallo, spesso un po' arrugginite dal tempo: Flipper mi spiega che ognuna commemora una persona scomparsa sulla strada. Decine di sconosciuti hanno perso la vita fra quelle curve, ma mentre l'Africa danza prendendo confidenza con le strade greche, io mi perdo nei miei pensieri.. Flipper Se i paesaggi offrono nuovi splendidi scorci dietro a ogni curva, c'è da dire che l'asfalto non è certo dei migliori: l'impasto varia quasi ogni kilometro e non fai in tempo a prenderci confidenza che.. è già cambiato! Nonostante gli immancabili camion e camper a ostruire la strada, riusciamo a salire in fretta. I Greci si rivelano a sorpresa dei buoni guidatori: ogni tanto uno tira fuori un braccio, o mette la freccia a destra per indicare di superarlo pure senza problemi. Anche se poco abituati a tanta gentilezza, la cosa non può che farci piacere! Intanto la moto a 4500 giri comincia a fare uno strano rumore, come se qualcosa andasse in risonanza. Ci fermiamo a controllare e mi accorgo che uno dei sostegni del paramotore si è rotto: niente di grave, ma servirebbero i ricambi. Ovviamente non c'è traccia di ferramenta nelle vicinanze, così proseguiamo oltre, verso le Meteore. La strada comincia a salire e ci lasciamo a destra il bellissimo lago di Ioànnina, con un'isoletta verdeggiante al centro e, cosa veramente strana, pochissime barche: sarà perché l'acqua sembra giusto un po' oleosa! Le curve cominciano a susseguirsi con un ritmo cadenzato, i guardrail spesso imbarazzantemente vecchi, se non assenti, e l'asfalto decisamente pessimo mi costringono a rallentare e prestare estrema attenzione alla guida su quella che pensavamo, o meglio speravamo, essere una strada a scorrimento veloce. Maryan Kilometro dopo kilometro il clima si fa sempre più fresco: incontriamo una stazione sciistica e anche la vegetazione non è più la classica macchia mediterranea. Stiamo salendo di quota, e raggiungiamo i 1690mt del passo Katara, scoprendo di aver appena attraversato la regione dell'Epiro (quella di "Pirro re dell'Epiro" che mi faceva troppo ridere da piccola!) Foto di rito e via, lasciamo alle spalle il passo e tra uno scollinamento e l'altro ci ritroviamo alle Meteore. Le montagne di tufo, levigate dal vento, celano tra le loro cime dei meravigliosi monasteri. Sembra impossibile pensare che qualcuno si sia preso la briga e soprattutto sia riuscito a costruire simili edifici in luoghi tanto remoti, per di più senza l'aiuto della moderna tecnologia. Ci avviciniamo in moto il più possibile, rendendoci conto di quanto il luogo di ritiro spirituale che era in origine sia diventato una banale meta del turismo di massa, perdendo ai nostri occhi gran parte del suo fascino. Tra i pullman di più o meno tristi viaggi organizzati torniamo in paese, lo attraversiamo e fintanto che le forze ci accompagnano proseguiamo fino a Tritala, dove in un bar-taberna pranziamo a base di carne a un prezzo più che onesto (7 euro in due) e proviamo a riparare la moto: poco più avanti c'è un meccanico che sembra affidabile! Flipper Provo a spiegargli: la situazione non sarebbe difficile.. si devono smollare un dado e un controdado così si può sfilare il pezzo rotto, praticamente una U fatta con una barra tonda filettata m4 e successivamente piegata. Il meccanico non vuole intendere.. vuole mettere un bullone e un dado, che insieme stringono l'inutile! Mi faccio capire alla meglio e alla fine il ragazzo di bottega va a cercare un tondino filettato dal ferramenta: nulla da fare. Rinunciamo: non può essere tutto così difficile! Partiamo subito dopo verso Larisa, e ci fermiamo da "Pratik", un centro per il fai da te in stile Brico: ci sono l' m6, l'm8 ..purtroppo manca il tondino m4 che serve a noi, però incontriamo Niko, un commesso gentilissimo probabilmente perché motociclista anche lui (Varadero 1000) che ci indica la strada per un ferramenta "di quelli seri" dove potremmo trovare ciò che ci serve. La spiegazione è esauriente e precisissima: troviamo facilmente il negozio ma purtroppo è chiuso, così riprendiamo la strada per Salonicco. Da qui in poi è quasi tutta autostrada: tre corsie che ogni tanto cedono il posto a una vecchia statale. Troviamo due caselli: al primo un casellante gentile ci fa passare gratis, al secondo paghiamo il salatissimo pedaggio di.. un euro, scoprendo con gioia che in Grecia le moto pagano metà rispetto alle auto! Maryan Il paesaggio fin qui è qualcosa di splendido, e soprattutto molto diverso da quanto pensassi: è stranissimo, a volte, vedere come il panorama sia completamente diverso tra un lato e l'altro della strada, brullo da una parte, verdeggiante e rigoglioso dall'altra, come se il nastro d'asfalto avesse tracciato un netto confine: da non crederci. Quando poi alla nostra destra compare il mare, rimaniamo senza parole. Azzurro. Di un azzurro incredibilmente chiaro, bellissimo. Il caldo è sempre più forte.. il termometro dell'AfricaTwin supera i 36 gradi, che sotto i caschi e le giacche nere non voglio pensare a quanto corrispondano, ma siamo quasi arrivati e resistiamo. Nel frattempo faccio pratica a leggere i cartelli scritti in alfabeto greco sopra e latino sotto, e mi torna in mente quando, piccolissima, facevo lo stesso cercando di imparare a leggere attraverso i cartelli pubblicitari lungo la strada. Dopo una sosta al Carrefour raggiungiamo Theo, un carissimo amico di Flipper nonché compagno dei suoi studi di ottica e optometria a Milano. Theo vive in centro a Salonicco, davanti al SocialCafè, ed è proprio lì che ci aspetta. Un motociclista greco molto cortese ci accompagna a destinazione, vedendoci un po' perplessi dopo i suoi sconclusionati tentativi di spiegarci la strada. Salonicco, o meglio Thessaloniki, è la seconda città della Grecia. È molto bella, giovane e ordinata, e si affaccia sul mare. Le sue strade sono in linea di massima perpendicolari tra loro: secondo Theo è impossibile perdersi.. secondo me ci sono troppi sensi unici e l'asfalto è scivolosissimo.. ad ogni momento si sentono delle gran frenate con sgommata, a volte seguite anche da un bel botto! Un buonissimo caffé greco al SocialCafé è quel che ci vuole, ma prima per forza una doccia che ci ritempri dopo la fatica di questo viaggio, poi belli come il sole e soprattutto profumati di pulito andiamo a cena. Il ristorante consigliato da Theo si chiama ητοπε ma a quanto ho capito si pronuncia Doré.. è un posto carino sul lungomare, vicino alla TorreBianca, con i tavolini all'aperto. Prendiamo un piatto misto per assaggiare un po' di tutto, e di certo non rimaniamo delusi! Dopo la cena torniamo da Theo, che ci aspetta al SocialCafé.. ancora una volta ci offre da bere, questa volta un delizioso pseudomargaritas fatto con il rhum. Theo è giusto un po' preso con alcune faccende (devo ammettere che è vero, le ragazze qui sono proprio carine!) quindi io e Flipper facciamo una passeggiatina da soli tra le vie ricche di piccoli localini di questa Thessaloniki by night. Ma le forze vengono a mancare in fretta e gli occhi si chiudono, quindi torniamo a casa di Theo per buttarci finalmente tra le braccia di Morfeo. La giornata di domani non sarà di certo meno impegnativa. Buonanotte.
Giovedì 18 Agosto 2005 Tekirdağ - km 78.915 Maryan La giornata di oggi è stata assolutamente devastante: Flipper è stanchissimo, io almeno quanto lui, ma cominciamo dall'inizio.. Ci svegliamo e prepariamo verso le 8.30 e di Theo nessuna traccia.. e si che dormiamo nella stessa casa! Lo chiamiamo al cellulare, convinti che sia già uscito, ma lui ci risponde.. dalla sua stanza. Usciamo con lui e lo accompagniamo al suo negozio di ottica: lui ci tiene a mostrarcelo, e noi siamo curiosi di dargli un'occhiata! Theo ci consiglia di fare colazione con una “bourratcha”: pasta sfoglia con dentro crema o formaggio, decisamente squisita! Poi un altro frappé, senza dubbio il migliore bevuto sino ad ora. Theo continua ad offrire.. e noi siamo sempre più in imbarazzo.. ma qui l'ospite è sacro, e va bene così: avremo modi di sdebitarci. Tra l'altro, quando torneremo indietro dalla Turchia passando ancora da questa parti, Theo non sarà a Thessaloniki ma a Kalkidiki, alla casa al mare, e ci ha invitato da lui.. come si può rifiutare?! Flipper ha ancora in sospeso il problema della moto, quindi i due ometti mi mollano in negozio, e mentre io prego che non entri nessuno perché in greco so dire giusto kalimera e poco altro, Theo porta Flipper dal suo ferramenta di fiducia, per tornare prima che io possa fare danni! Flipper Il ferramenta.. proprio come lo volevo, alla vecchia maniera, e quindi cominciamo con la lista: una barra filettata m5 da 1metro (non aveva la m4), 8 dadi, 4 ranelle e la voglia di segarmi la barra in due pezzi da 8cm che successivamente con una morsa e due tubi in metallo abbiamo piegato a U attorno a un manico di legno. Il gioco è fatto.. ho i ricambi. Il conto? 2.90 euro e la mia massima riconoscenza. Ritorno da Theo, e con Maryan ci allontaniamo per andare a trovare Lefteris e Nicholas, cugini di Theo e anche loro miei colleghi. Il negozio è in una via pedonale di una zona centralissima.. da qui guardando in fondo al viale si vede il mare. Al centro della strada è tutto un fiore. C'è un'aria diversa.. la gente sembra più contenta che dalle nostre parti.. è strano ma hanno.. come dire.. lo sguardo sereno.. Maryan I due amici di Flipper sono fenomenali: Lefteris sembra sardo, e questa è l'impressione che mi aveva dato anche sua madre poco prima, quando da Theo mi ha fatto mille raccomandazioni sulla Turchia. Nicholas è molto simpatico e non ci mettiamo niente a fare amicizia: mentre Flipper e Lefteris parlano di lavoro, noi chiacchieriamo di Italia e vacanze. Ah, avendo studiato e vissuto in Italia, entrambi parlano un italiano perfetto! Tornando da Theo mi fermo a una bancarella di libri e.. c'è il Piccolo Principe, quindi non posso fare a meno di comprarlo. Ne voglio una copia nella lingua di ogni paese che mi capiterà di visitare: un ricordo un po' diverso dal solito! Prima di tornare a casa di Theo, nonostante il ritardo sulla tabella di marcia, costringo Flipper a fermarci un attimo alla chiesa di Aya Sophia. Si tratta di una bellissima chiesa ortodossa del 720 d.C., dedicata alla divina sapienza. Dicono sia molto simile a quella di Istanbul, e come questa venne per un periodo convertita a moschea. Entrandoci si respira una sacralità antica, un mosaico orna la cupola e grossi lampadari d'oro pendono dal soffitto. Rosso, oro e legno rendono l'atmosfera da una parte calda e accogliente, dall'altra cupa e mistica. Tornati a casa ci prepariamo e dopo l'ennesimo frappé al SocialCafé passiamo a salutare Theo e finalmente partiamo. Scegliamo l'autostrada per Kavàla: bella e veloce, a tratti costeggia il mare.. peccato non sia completa. 20 km prima di Xanti ci fermiamo per pranzo, anche se sono già le 4 del pomeriggio. Un panzerotto di sfoglia con prosciutto e formaggio per 1.50 euro.. non male. Mi siedo a tavola e mi accorgo di avere qualcosa nella tasca.. controllo e.. oddio le chiavi di casa di Theo! Lo chiamiamo nel più completo imbarazzo, già pronti a girare la moto e tornare a Thessaoniki, ma nella sua infinita gentilezza ci dice che troverà un modo alternativo per entrare: le chiavi di scorta le ha la sorella e.. comunque si organizzerà. È un tesoro, e un bel regalo non glielo toglie nessuno! La frontiera turca si avvicina, e sapendo che in Turchia la benzina è carissima cerchiamo un benzinaio greco dove fare il pieno. Ci imbattiamo in un signore gentilissimo che ci invita a sederci e ci offe dell'ottimo melone, mostrandoci le foto del suo viaggio in Italia, tutto orgoglioso della sua Cybershot 5.2 megapixel. La sosta è ristoratrice: riprese le forze, seguendo i consigli del benzinaio risaliamo in moto verso la Turchia, costeggiando l'autostrada. Mostriamo i passaporti alla frontiera greca, superandola in un attimo, poi qualche kilometro nella terra di nessuno, con attraversamento del fiume Ebro, fino alla frontiera turca. I racconti letti qua e là in internet parlavano di tempi di attesa infiniti.. probabilmente a noi è andata particolarmente bene: Flipper Al primo blocco mostriamo i passaporti e viene inserita la targa della moto al computer. Successivamente ci dicono di andare all'ufficio visti, dove un impiegato appone un adesivo (10 euro ciascuno) sui passaporti. La tappa successiva è il gabbiotto della polizia per vidimare i passaporti, poi io vado a dichiarare il mezzo e mi viene rilasciato un foglio di circolazione temporaneo, il cui codice viene trascritto sul mio passaporto. Ora l'ultima formalità: mostriamo ancora una volta i passaporti e.. siamo in Turchia, con il sole alle spalle che sta tramontando. Dall'altro lato della strada c'è una coda di almeno 4 km: tutta gente che aspetta di entrare in Grecia. Mi auguro che al ritorno la situazione non sia così tragica! Con tutta l'emozione di aver passato la frontiera ci dirigiamo verso Tekirdağ, tra i campi di girasoli che al tramonto si colorano di rosso. La strada è continuamente interrotta da lavori in corso: prima due, poi una corsia, poi cambio di carreggiata e l'asfalto ogni tanto scompare. Siamo stanchini ma decidiamo di raggiungere comunque la nostra meta.. anche perché non ci sono molte altre scelte. Arriviamo in città col buio.. fa fresco ma c'è molta umidità. Percorriamo il lungomare alla ricerca di un hotel e non appena ci fermiamo per decidere sul da farsi un bimbo, figlio del proprietario di una trattoria vicina, ci ferma invitandoci ad entrare. Noi non vogliamo mangiare adesso: vorremmo prima trovare un albergo, scaricare la moto e fare una doccia.. poi se ne può parlare. Il bimbo capisce al volo, mi fa cenno di seguirlo. Lui corre velocissimo e io e Maryan in moto dietro di lui rimaniamo sorpresi da tanta gentilezza. L'albergo è alquanto fatiscente ma il prezzo particolarmente interessante: praticamente 17.00 euro per una doppia con bagno e garage chiuso per la moto.. perfetto. La stanza è molto umida ma almeno c'è l'acqua calda: doccia e via, andiamo a mangiare, ovviamente dal ragazzino (dopo aver controllato che i prezzi sono abbastanza livellati). L'ambiente sembra famigliare, e ci lasciamo consigliare dal ristoratore che ci propone quella che credo sia la specialità del luogo, ovvero le Tekirdağ köftesi (polpettine di Tekirdağ). Sono a dir poco buonissime, accompagnate da un'insalata a base di pomodoro, cetrioli, cipolle (troppe) e peperone verde. Passeggiata al porto e subito a nanna.. domani Istanbul ci aspetta. |
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