Pensieri in valigia

Morgana

Siamo tornati! Ed io mi sento di dover esternare quello che sento.. Andare via dal Marocco e soprattutto dal deserto è stato come andare via da casa! Strano a dirsi.. È la prima volta che ci vado, ci sono restata pochi giorni eppure sono bastati a farmelo entrare nel cuore.. Non so spiegare nemmeno a me stessa perchè mi manca così tanto. Il Marocco in generale è stato una sorpresa, un luogo ricco di cose così diverse e così uniche nel loro modo di essere.. Una scoperta continua, sapori, colori luoghi.. magia pura! Sono arrivata a Marrakech con tutti i miei dubbi: mi troverò bene? come accetterò condizioni di vita tanto diverse da quelle alle quali sono abituata? come saranno le persone? Certo dubbi leciti e credo normali, che alla partenza per un viaggio, balenano in testa, anche solo per un istante, soprattutto se si parte per un luogo lontano e diverso per molti  fattori dall’ Italia, noi siamo abituati a vedere una parte del Marocco e non sempre la più piacevole.. è brutto dirlo, ma alle cronache non balzano quasi mai le buone azioni! Quando sono arrivata, sistemati i bagagli e tonificata da una bellissima doccia, mi sono immersa subito nella piazza principale, ho notato un tripudio di colori , suoni, gente affaccendata in mille piccole botteghe, tanti sorrisi.. ecco i sorrisi! i saluti! Questi mi hanno subito colpita! Muoversi in un contesto così crea una pace interiore inimmaginabile, ovunque ci si gira, c’è qualcuno che sorride. Lungo i nostri spostamenti abbiamo conosciuto un sacco di persone che raccontandoti le loro storie di vita ci hanno dedicato tempo.. il tempo non manca in Marocco “aspettano” lo abbiamo detto spesso Flipper ed io:“in Marocco che si fa ? Si aspetta!” Era una specie di gioco tra noi! Ma è vero aspettano un lavoro, un autobus, un amico, l’elettricità, ma comunque attendono e questo tempo lo occupano nel migliore dei modi parlando sorridendo salutando.. cose che da noi ormai si sono perse! Un’ altra cosa che mi ha colpita è l’ospitalità, se ci fossimo trovati senza soldi non saremmo morti di fame e avremmo sempre dormito al coperto.. Abbiamo ricevuto inviti a pranzo, a cena, per dormire, anche ad un matrimonio.. ovviamente a non tutti capita la fortuna di partecipare ad un matrimonio berbero! A me e Flipper sì.. perché erano parenti di suoi amici, l’ ospitalità in questa terra magnifica è intesa nella maniera più ampia, io ne sono rimasta all’ inizio spaventata, noi non siamo abituati a conoscere una persona e due giorni dopo pranzare cenare e dormire in famiglia,ma poi ho capito che lì funziona così! Se una persona si dimostra corretta, simpatica, onesta e rispettosa; può facilmente essere “adottato” da una famiglia locale con grande felicità di tutti i componenti! Tutto ciò è successo al sud, nelle città più piccole e nel deserto, più si va verso il grande nulla che è il deserto, dove tutto è difficile, anche la cosa più semplice.. dove vivi perennemente scalzo e coperto di polvere e non c’è nulla di quello di cui noi occidentali siamo soliti circondarci! In questi luoghi abbiamo avuto tutto e non parlo di un tutto materiale parlo di un tutto che nutre l’anima.. .forse è questo che ci ha fatto stare così bene e che ci ha rattristato quando abbiamo dovuto abbandonare quelle terre.. potrei narrare un sacco di aneddoti in cui siamo stati cullati in questa solidarietà umana che trascende problemi di lingua, religione o altro.. ma se un  minimo di quello che ho provato e recepito dal contatto con queste persone, sono stata capace di trasmetterlo, penso di aver bene reso l’ idea.. Inutile dire che anche io, come Flipper, ho il mal d’Africa.. Adesso lo capisco ancora di più, dopo averlo vissuto in prima persona, lo ringrazio perché senza il “Flipper-tour” non avrei vissuto con loro e come loro e non avrei capito così a fondo quelle persone .Questo tipo di viaggio è un’ esperienza faticosa da preparare, il mezzo deve essere perfetto e ben accessoriato, perché gli imprevisti sono sempre in agguato, solo Flipper sa quanto impegno e fatica sono costati rendere la Terry sicura per il deserto.. senza contare la preparazione per il progetto! Per vivere il deserto ci si alza presto, si fanno tanti chilometri, poco riposo, ma in questo modo si ha l’opportunità di vedere tante, di cogliere tante sfumature e particolari che con un tour operator non si potrebbero lontanamente percepire. Non dico che tutto il Marocco sia così, che siano tutti buoni e sorridenti, disponibili.. ma si sa, in ogni posto c’è il buono e il cattivo.. anche se io di cattivi non ne ho visti, magari meno socievoli e disponibili in alcuni paesini, dove il turismo non arriva, ma cattivi no.. Siamo stati fortunati e non mi è sembrato così pericoloso come viene descritto. Il bilancio di questo vacanza è stato positivissimo.. sono tornata cambiata vedo le cose con altri occhi.. toccare altre realtà, viverle di petto aiuta a capire tante cose a modificarne tante altre.. opinioni comprese! a far passare le paure e a comprendere che si può vivere con meno oggetti con più difficoltà ma con tanti sorrisi in più..

Laura