IN SELLA TRA PASSI E CASTELLI (2 e 3 Giugno 2006)
Primo giorno Non ci sono più le stagioni di una volta.. e spesso la moto, sempre pronta, rimane nel box in attesa di tempi migliori. Invece no, questi due giorni di ponte non potevano finire così miseramente: Maryan ed io volevamo fare un salto sugli Appennini e cercare di unire un po' di cultura a un sano divertimento magari con pic-nic sull'Aveto con relativo tuffo nelle sue acque limpide. Non tutto è funzionato come pensavamo, ma alla fine.. meglio così. Oggi la giornata non è certo delle migliori, grazie a un vento un po' troppo freddo per essere a giugno, sprazzi di sole si fanno spazio tra grosse nuvole scure. Compaiono anche quattro, poi cinque gocce di acqua a dir poco stupide, ma in fondo..chi se ne frega! Passiamo la mattinata tra le morbide curve del Passo Penice che ci portano fino a Bobbio, paese che della sua bellezza fa virtù, diventando peraltro meta di tantissimi motociclisti. Uno sguardo al meraviglioso Ponte Gobbo, una rapida salita fino al Castello di Bobbio, poi proseguiamo nella Val Trebbia fino a Marsaglia: da qui parte la Valle dell'Aveto. La strada stretta taglia in costa la montagna, a sinistra i muri di contenimento delle frane mentre alla nostra destra l'Aveto, in un'alternanza di acque chiare e acque più scure tra le sue dolci anse disegnate dalla stretta valle. Il tempo non accenna ad alcun miglioramento, così decidiamo di saltare il pic-nic e proseguire. Lasciandoci alle spalle Santo Stefano d'Aveto superiamo il Passo del Tomarlo e il Passo Montevaccà, in direzione Borgo Val di Taro. Comincia a piovere e così ci accontentiamo di guardare dall'esterno il castello di Compiano, con una piccola puntatina tra gli stretti vicoli in ciottolato del borghetto medievale. Ormai sono le 14.00, il tempo non accenna a migliorare e la fame ci raggiunge quando lì, davanti a noi, su una curva che tira a destra, Maryan scorge un ristorantino che la colpisce.. Che mira! Lasagne ai funghi e prosciutto, ravioli di ricotta con funghi, gnocco fritto con tagliere di salumi.. cosa si può desiderare di più? Un prezzo onesto anzi onestissimo.. perfetto, all'Osteria Ponte Ingegna ci torneremo sicuramente! Quando il sole comincia a farsi intravedere decidiamo di dirigerci a Bardi, seguendo una strada che ci fa scollinare al Passo S. Donna. Non incontriamo praticamente nessuno: mi sembra di tornare indietro negli anni, solo il borbottio della mia fida vecchia signora rompe il silenzio. Alla vista del castello siamo emozionati, non c'è ombra di dubbio.. merita sicuramente la visita (5 euro). Qui al castello il pomeriggio passa veloce, girovagando curiosi indietro nei secoli, ma al momento di salire in moto mi accorgo di aver dimenticato la fascia paraschiena all'osteria. Poco male, sfruttiamo l'occasione per percorrere un altro tratto di strada niente male, passando per il Passo Colla. Poi prendiamo per Berceto, il Passo del Sillara, il piccolo paese di Bosco ed infine.. siamo arrivati al Castello-ostello di Corniglio che ci ospiterà per la notte, mentre la salsiccia congelata per il pic-nic comincia solo ora a sciogliersi. All'ostello c'è anche la cucina, sapremo farne buon uso!
Secondo giorno E' bello svegliarsi in un altro posto, lontano dalla vita quotidiana e qui a Corniglio tutto ha un sapore diverso: sarà il ritmo delle persone, sarà la semplicità che ci attornia, ci sentiamo più sereni.. con calma facciamo colazione, carichiamo la moto e riprendiamo il giro. Ripercorriamo la strada della serata precedente fino a Bosco, poi seguiamo per il Passo del Cirone, la striscia d'asfalto ci porta prima nella provincia di Massa Carrara poi ci fa immettere sulla Statale della Cisa. Prendiamo per Parma e curva dopo curva ci ritroviamo sull'omonimo passo. Qui si respira aria di un tempo: l'autostrada ha preso il posto di quella che era una strada importantissima, banco prova per la resistenza delle auto di una volta. Rimangono le sue affascinanti curve, i panorami, le sensazioni di chi ha la fortuna di percorrerla su due ruote e quasi commuoversi nel guardare i suoi cartelli stradali invecchiati, e quel negozio di prodotti tipici, che insieme ad un bar-ristorante fa la guardia al Passo da chissà quanto tempo. La moto è in riserva, fatichiamo non poco a trovare un benzinaio (c'è un Agip automatico a Berceto ma lontano dalla Cisa), poi riprendiamo il viaggio. Giunti nella zona di Cassio, nell'altro versante della valle alla nostra destra, si mostrano in tutta la loro maestosità i Salti del Diavolo, una serie di rocce dall'aspetto decisamente particolare. Tempo di fare una foto e via, proseguiamo sulla statale della Cisa fino a giungere alla deviazione per Calestano. La strada dal buon asfalto si snoda tra gli Appennini quasi a volersi perdere nella vegetazione, ed è proprio in un momento.. ecco ci attraversa davanti alla moto qualcosa.. si, è un cerbiatto! Sembra incredibile, eppure l'abbiamo visto bene tutti e due, ennesimo dono di un Appennino che cela mille sorprese. La strada continua e tra numerosi sali e scendi ci ritroviamo a Langhirano, nel regno del Prosciutto Crudo di Parma. Il paese si presenta molto industriale e decidiamo di fermarci solo per una veloce pizza, senza togliere tempo alla visita del Castello di Torrechiara. Questo, abbarbicato su un poggio attorniato dal suo borgo medioevale, si presenta in ottimo stato di conservazione. Non perdiamo tempo, paghiamo il biglietto di 3 euro e cominciamo a tuffarci nei secoli indietro. Ma la giornata non finisce certo qui, ci manca di curiosare il Castello di Felino e percorrendo la strada (siamo a Pilastro) al semaforo dove svoltando a sinistra si prende per il paese "Regno dei salami" una piccola macelleria incuriosisce Maryan, un foglietto appeso menziona strane offerte sul prosciutto.. Non possiamo proseguire senza toglierci il dubbio, entriamo, chiediamo, ci organizziamo e mezzo prosciutto crudo prosegue il viaggio con noi. Il castello di Felino cela al suo interno il museo del salame e un bellissimo ristorante, ma è proprietà di privati e non è visitabile quindi giusto il tempo di fare due foto e via verso casa. Prendiamo una trafficatissima Via Emilia, ma al cartello di Castell'Arquato non sappiamo resistere alla tentazione di buttarci nuovamente nel medioevo. Per far ciò bisogna però aver lo stomaco pieno e così una specie di aperitivo con gnocco fritto, tagliere di coppa salame e prosciutto crudo, ci danno le forze per un ultimo giretto nel centro storico del paese. Aspettiamo dopo le 19.00 per poterci entrare direttamente in moto. E' bello sentire la vecchia signora che scoppietta regolare sui ciottoli dei piccoli vicoli attorno alla Rocca. La giornata volge al termine mentre torniamo verso casa, con i sorrisi stampati sui nostri volti, e mezzo prosciutto nel bauletto!
Maryan e Flipper |
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