UN PONTE SULL'APPENNINO (23-25 Aprile 2006)
Domenica Un ponte, una moto appena riparata e da testare, una zia vicino a Imola che mi aspetta: tutto torna, e così domenica mattina si parte per Imola, o meglio per Fontanelice. Il viaggio in autostrada è accompagnato dalla noia e dal traffico, non vedo l’ora di raggiungere Castel San Pietro, evitando il passaggio per Imola che oggi sarebbe a dir poco proibitivo.. c’è il Gran Premio di F1. Perfetto, sono nel regno del “Motur” nel giorno giusto. Uscito dall’autostrada prendo per Sassoleone e costeggio il torrente Sillaro. Incontro poco traffico, la strada si inerpica per le colline, l’asfalto dal colore tendente al rosso è stupendo peccato per le carreggiate strette e per gli avvallamenti tipici delle strade appenniniche. Il borgo di Sassoleone è posto sulla cima di una collina, da qui scendo nell’altro versante e curva dopo curva raggiungo il ponte che attraversa il Santerno: ormai sono arrivato, mi sento a casa.. Da qui il racconto perde ogni interesse se non quello culinario.. ma nessuno saprà mai cosa ho mangiato!
Lunedì, ore 14.30 È arrivata l'ora di partire. Da Fontanelice prendo per Castel del Rio, poi giunto a Campomoro, imbocco la strada che scende al Santerno e che prosegue per il Passo della Raticosa, per una sosta obbligata con due gentili Carabinieri: semplice controllo o tanta fortuna? Poi via.. la strada si arrampica velocemente, gli alberi diminuiscono rapidamente e cedono il posto a prati che ricoprono morbidi le cime di queste montagne. Giunto al passo, non c’è molto da fare, solo un piccolo bar attende gli abituées della zona.. e così proseguo per il Passo della Futa, l’asfalto migliora, le curve sono sinuose e la terza è piacevole da tenere. Tempo di un caffè veloce e via verso Castiglione dei Pepoli, San Marcello Pistoiese e Barga. Da quest’ultimo paese parte una strada che diventando poi sterrata conduce a San Pellegrino in Alpe.. Questo doveva essere l’itinerario della giornata, volevo passare per la strada dove il Diavolo schiaffeggiò il santo.. ma i locali mi avvisano sulla non percorribilità del sentiero. Questo infatti, costeggiando la montagna in alta quota, è ancora pieno di neve.. Guardo l’ora.. sono le 18.00 è tardi, inutile rischiare, sarà per la prossima volta (sempre meglio dopo fine maggio). Mi dirigo verso Castelnuovo di Garfagnana, poi verso Fivizzano. Sono circondato dalle montagne, a sinistra le bellissime e ancora ben innevate Alpi Apuane, a destra il Monte Cusna e il Cavalbianco. Il sole scende rapidamente e così il Passo Cerreto è la tappa finale del giorno. La strada al tramonto è bellissima, non incontro praticamente nessuno: la statale è mia! Un gioco di seconda, terza e anche quarta, il motore suona melodioso rompendo il silenzio che mi circonda.. sono arrivato, per oggi il sogno finisce. Prendo una camera all’albergo Alpino.. mi trattano benissimo e la serata termina con una buona cena bagnata da una bella birra alla spina.
Martedì, ore 9.30 E’ ora di partire. Me la sono presa comoda.. la colazione abbondante e squisita voleva i suoi tempi ed io non mi sono certo tirato indietro. Il proprietario dell’albergo, anche lui motociclista a suo rammarico con un po’ di ruggine sulle spalle, mi parla di una bella sterrata che da Sassalbo passa per P.so d. Romito, poi per Pognana fino a Fivizzano. Sarà per la prossima volta.. Prendo la strada del ritorno, mi dirigo a Castelnovo ne’ Monti poi svolto a sinistra per Vetto, e seguendo per gran parte della strada il torrente Enza, raggiungo Parma. Decido di prendere la buona vecchia Via Emilia, abbandonando così ben presto questa bellissima regione. Eccomi in Lombardia, il cielo comincia a ingrigirsi.. sono arrivato a casa. Ora aspetto la prossima occasione per un salto in quell’Appennino tanto amato. Sto già sognando quelle strade, conosciute solo attarverso i consigli delle persone incontrate.
Flipper (questa volta senza ancoretta) |
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